Obiettivi Sviluppo Sostenibile

Sviluppo economico, tutela ambientale, inclusione sociale: sono questi i tre pilastri su cui si fonda la sostenibilità. E sono anche le tre declinazioni - ricche di sfide ma anche di opportunità - nelle quali si articolano le macro-aree tematiche da cui prende il nome il nostro Dipartimento: Agricoltura, Alimentazione e Ambiente.

L’Italia, con l’adozione della “Strategia nazionale di Sviluppo Sostenibile”, conferma nel 2017 la necessità di incanalare le proprie politiche di sviluppo nell’ambito di un percorso già avviato su scala globale, declinando su scala nazionale principi e obiettivi dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile e dei relativi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGS) adottati nel 2015 all’unanimità dagli Stati membri delle Nazioni Unite, che si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.

Con l’adozione della Strategia il nostro Paese ribadisce la condivisione di un approccio che non identifichi lo sviluppo semplicemente con la crescita economica, ma che incorpori il perseguimento di altri due obiettivi fondamentali, ovvero la tutela dell’ambiente e l’inclusione sociale.

La prima definizione formale e sistemica dello sviluppo sostenibile risale al cosiddetto “Rapporto Bruntland” (“Our Common Future”) del 1987 della World Commission on Environment and Development dell’ONU che introduce, per la prima volta, i concetti di equità sociale e intergenerazionale dello sviluppo, enfatizzando la necessità di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere quelli delle generazioni future.

Non si può dimenticare, però, che il concetto di nachhaltigkeit – in tedesco “sostenibilità” – compare per la prima volta già nel 1713 in Germania a proposito delle modalità di gestione dei tagli forestali, le ceduazioni, che dovevano essere programmati in maniera tale da assicurare la continuità della produzione nel tempo. Prevedere le conseguenze delle scelte attuali, preservando le risorse essenziali per garantire le condizioni stesse dello sviluppo, è dunque connaturato al mondo rurale e al comparto agricolo in particolare.

Nel solco degli ultimi avanzamenti teorico-operativi avvenuti sul piano delle politiche nazionali e internazionali, la sostenibilità è giudicata un fattore cruciale per la Transizione Ecologica e, dunque, per attivare processi di cambiamento nei settori economico-produttivi nel rispetto degli equilibri ambientali, attraverso specifiche azioni di tutela del territorio per il contrasto ai cambiamenti climatici e per la salvaguardia della biodiversità.

La scelta di dedicare alla sostenibilità l’azione del Di3A, dunque, appare pienamente compatibile con le sue radici, ma anche profondamente immersa nel presente e proiettata in un futuro che possa essere più green e sostenibile.

 

Info: Centro regionale di informazione delle Nazioni Unite (https://unric.org/it/agenda-2030/)

Ultima modifica: 
10/05/2022 - 10:05